Da Carcere Segregativo a Luogo di Rieducazione, il Silenzio degli Ultimi: tra Utopia e Realtà
Abstract
Le carceri, nell’ideale costituzionale sono l’ultima risposta che uno Stato di diritto può dare nei confronti di una violazione. Un punto non di fine bensì inizio cui poter e dover ripartire. La concezione carceraria è profondamente mutata negli ultimi settant’anni abbracciando una logica di risocializzazione. Spesso, però, soltanto a parole: poi non suffragata da appositi stanziamenti finanziari, attenzione della pubblica opinione e spesso ad emergenze di cicli emergenziali. Sembra di essere sempre al punto di partenza ma molto è stato fatto: anche evoluzioni performative apparentemente inconciliabili come l’attività fisica, prendersi cura del proprio corpo, il movimento e lo sport trovano un plus-valore sociale, rieducativo, possibilità inclusive per la tutela della salute e del benessere per riconsegnare alla società una persona responsabilizzata e cosciente, capace a sua volta di restituire positività.
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