La relazione natura e cultura nell’antropologia educativa di Edgar Morin
DOI:
https://doi.org/10.7346/-fei-XIX-01-21_06Abstract
Lo scopo delle riflessioni che qui presentiamo è di natura epistemologica. L’approccio è di tipo ermeneutico e qualitativo. L’occasione di questo studio ci è fornita dalla voluminosa pubblicazione dell’autobiografia di Edgar Morin, I ricordi mi vengono incontro, edita in Francia nel 2019 e tradotta in italiano nel 2020. Lo studioso francese, ormai centenario, tesse una rete di memorie, a volte frammentarie, dense di nomi e di fatti inseguiti talora con puntigliosa volontà ricostruttiva. Ma, in alcuni casi, lo sforzo di indagine sul passato ci apre lo sguardo su personaggi, situazioni, svolte rilevanti nell’ambito del sa- pere, che aiutano a dare conferma di un’intuizione che ci sta accompagnando negli ultimi anni della nostra ricerca sul terreno epistemologico. L’ipotesi di partenza è che l’impresa scientifica debba essere oggetto di indagine anche secondo un angolo di visuale fino ad ora trascurato: le storie di vita dei protagonisti di quell’attività. In esse si può scoprire come i tratti della personalità possono influenzare la ricerca, accelerarla o ritardarla. Al tempo stesso emerge la dimensione pregiudiziale, la facilità o meno di comunicazione, le modalità relazionali che ognuno assume nel confronto con gli altri. Crediamo che l’epistemologia possa, e debba, avventurarsi in tale contesto per compiere un lavoro esplicativo e, in ultima analisi, formativo.
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