Concezione autopoietica dell’apprendimento e “approccio delle capacità” nei processi educativi delle future generazioni
Abstract
Si assiste, all’interno del serrato dibattito oggi in corso sul tema dei processi innovativi in campo educativo, ad un’animata dialettica sull’essenza del sapere e sulle dinamiche strutturali, sociali e culturali che ne specificano il fondamento.
La teoria dell’autopoiesi applicata ai processi educativi, da un lato, e l’approccio delle capacità, da altra visione prospettica, potrebbero aprire a nuovi orizzonti di teorizzazione; si tratterebbe, in sintesi, di pensare l’apprendimento, sia in termini enattivi e generativi, enfatizzando il ruolo della creatività, della progettazione e delle capacità innovative della mente (ripercorrendo gli sviluppi del pensiero costruttivista: dai “costrutti personali” di Kelly alla “teoria del costruttivismo radicale” di von Glasersfeeld, dall’ “approccio autopoietico”
di Maturana e Varela, alla teoria del “radical embodiment” di Thompson e
Varela), sia in termini di approccio delle capacità (ripercorrendo i temi della dignità, della giustizia sociale e della libertà sostanziale di Martha Nussbaum). Particolare importanza assume in questa dimensione l’ipotesi dell’esistenza di tre diverse espressioni della Mente Umana racchiuse in un’unica dimensione processuale che rappresenta l’elemento di unità/distinzione dei processi cognitivi: una Mente Fenomenologica, una Mente Computazionale e una Mente Bio-fisiologica quale riferimento a una semantica del conoscere, ad una sintassi logica del conoscere e a una grammatica del conoscere.
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