Equilibrio e sfide per l’inclusione alla luce della pandemia: Spunti e pilastri per la costruzione di alleanze di qualità

Abstract

Nel gennaio 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara l’emergenza SARS-CoV-2 un’emergenza di sanità pubblica a carattere internazionale. Da quel momento in poi, nessuna riflessione che si concentri sulla scuola o sulla costruzione di alleanze e «Patti di Comunità», può prescindere da tale evento e da quanto ne è seguito. In una società come quella attuale, in cui la complessità si rispecchia direttamente nell’eterogeneità dei gruppi classi, se è vero che non è il talento a fare la differenza perché «non è un dono» (Margiotta, 2018), si tratta di focalizzare alcuni presupposti imprescindibili e ripensare in termini generativi la didattica e la costruzione di alleanze, per leggervi, all’interno di esse, germogli di «possibilità». Equilibrio e funambolismo caratterizzano in modo sempre più sfidante il docente, l’artigiano che con passione, immerso nelle dinamiche della «risk-society» (Beck, Giddens, 1980), cerca di costruire esempi pratici di inclusione. Camminare sulla fune diventa la metafora di una prassi di insegnamento e di costruzione di alleanze di qualità, che cerca, all’interno di ambienti fisici e digitali, di dare risposte alle domande di senso e formare persone capacitanti. Vale la pena profittare dei cambiamenti per stringersi attorno a quei valori, a quegli strumenti, a quei «pilastri» (Agenda 2030) che consentono di pensare, progettare e realizzare contesti facilitanti, equipaggiati per garantire l’espressione degli interessi di ogni alunno.