L’erranza del soggetto conoscente. Per una lettura epistemico-formativa del pensiero di Canguilhem
DOI:
https://doi.org/10.7346/-fei-XVIII-03-20_29Resumen
Il nostro approccio al pensiero dello scienziato francese avviene sul terreno della epistemologia della formazione, che potremmo considerare un “implicito” pedagogico nella sua opera ma, al tempo stesso, anche un “esplicito” richiamo al rinnovamento dell’apprendere. Emerge un’epistemologia che mette in discussione l’oggettivismo rassicurante come il culto assertorio del quantitativo. Canguilhem individua un soggetto della conoscenza che si caratterizza per l’erranza nel duplice significato: l’errore, vero e proprio banco di prova delle nostre strategie d’indagine, e il vagare esplorativo alla ricerca della verità. Compito arduo visto che l’oggetto di studio è la vita stessa, di fatto inesauribile. La ricerca inquieta, dice l’Autore, è simbolo della nostra soggettività insoddisfatta, dato che la vita nel suo perenne scorrere ci obbliga ad un “lavoro di scoperta”, per certi aspetti pure esistenziale, del suo senso. L’impianto è di carattere epistemologico, la metodologia attraverso la quale si è condotta l’analisi del pensiero dell’Autore è di tipo qualitativo, tesa cioè ad individuare nessi epistemici e connessioni semantiche che aprano il dibattito sull’educazione ad uno sguardo transdisciplinare a partire dai paradigmi. Ed è questo il fine che ci proponiamo con le nostre riflessioni.
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