La lezione di Baudrillard: formare investigatori sull’omicidio del reale
DOI:
https://doi.org/10.7346/-fei-XIX-03-21_16Resumo
Sono giunta alla conclusione in questi ultimi tempi, a fronte dei crescenti dubbi sul senso della formazione umana nel presente, che sia necessaria una scossa molto forte da parte di chi opera nel contesto educativo, per dare dignità al proprio lavoro e uscire da una dinamica relazionale con chi studia che produce un crescente disagio. Se il docente viene individuato dallo studente come un impiegato a sua disposizione, per certificare burocraticamente un percorso di studi sempre più ridotto e poco qualificato, il significato profondo del rapporto che per secoli ha generato cultura scompare e rimane il vuoto. Tale immagine desolante, da deserto direbbe Baudrillard, ha a che fare nella mia riflessione con il delitto perfetto che ha prodotto la morte della realtà. Gli studenti ancora non lo sanno, ma hanno solo due possibilità: essere vittime della passività o imparare ad indagare per comprendere ed agire con cognizione di causa. Questo articolo propone un’analisi articolata del pensiero di Baudrillard, le cui categorie di lettura della realtà ci sembrano di alto interesse per affrontare le emergenze formative in atto. L’impianto epistemologico è di carattere ermeneutico, l’approccio metodologico qualitativo.
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