Le rappresentazioni condivise e l’esperienza di sé come agente

Autori

  • Daniela Mario

Abstract

Le riflessioni che seguono nascono da alcune implicazioni per le scienze della formazione derivanti dal paradigma neuroscientifico suffragato dall’approccio embodied della conoscenza e coerente con l’orientamento della più ampia cornice costruttivista.
L’idea è di ragionare intorno al complesso rapporto che intercorre tra l’intersoggettività di livello base (rappresentazioni condivise o embodied simulation; ES) e il senso di agency, per chiederci se le ricerche e le riflessioni maturate intorno a questi concetti, in particolare quelle riguardanti il concetto di affordances, possono fornire una base coerente al costrutto di capability di A. Sen. La domanda che organizzerà l’argomentazione è la seguente: il Capability approach, proprio per il suo presupporre la natura
intersoggettiva delle “capacitazioni”, può fornire una cornice utile all’elaborazione di nuovi modelli per le scienze della formazione e dell’educazione? O meglio ancora: la logica della “capacit-azione” potrebbe restituire alla Formazione il suo significato più autentico?

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Pubblicato

2013-03-03

Come citare

Mario, D. (2013). Le rappresentazioni condivise e l’esperienza di sé come agente. Formazione & Insegnamento, 11(1), 193–206. Recuperato da https://ojs.pensamultimedia.it/index.php/siref/article/view/662