La didattica enattiva per una scuola dell’inclusione
Abstract
Il repentino aumento del numero di alunni con cittadinanza non italiana ha scosso fino alle fondamenta la scuola. Molto è stato finora fatto per gestire il fenomeno nella sua iniziale fase di emergenza, ma molto resta ancora da fare per poter convivere serenamente in questa nuova, ma ormai stabile, situazione. In molti sostengono che gli allievi stranieri non necessitino di una didattica speciale, ma di una mentalità che interpreta le differenze individuali come ricchezza. L’obiettivo di questo lavoro è stato studiare il cambiamento dei modelli didattici utilizzati nelle classi con alunni stranieri di 5 istituti di scuola primaria di Venezia e Brescia. Mediante intervista semi-strutturata con le insegnanti, sono state raccolte informazioni su aspetti della vita in classe e considerazioni personali. Agli alunni sono state somministrate delle prove indaganti il livello attuale di cinque specifiche tipologie di pensiero. Dai dati raccolti emerge il riconoscimento delle difficoltà legate alla presenza di alunni con profili disomogenei e il tentativo spontaneo delle insegnanti di adottare modelli più inclusivi, come la didattica enattiva. Inoltre, chi adotta tale approccio, ottiene risultati positivi, favorendo nei propri allievi uno sviluppo più marcato delle diverse forme di pensiero.
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