La mente pertinente come condizione ‘capacitante’

Autori

  • Ines Giunta

Abstract

Abbandonare ogni tentazione di far ricorso ad una concezione interpretativa della realtà meramente economicista, così incline a focalizzare l’attenzione su ciò che si riesce a mettere in atto giudicandolo in termini di utilità, di opulenza o di qualità della vita, immette necessariamente in una prospettiva umanistica, che pone, come quesito più pressante, quello di leggere la condizione umana sulla base di nuove categorie intepretative, tutte ugualmente
orientate ad assumere la persona come fine. E non si può ripensare
‘l’umano’ se non, prioritariamente, in termini di una sua piena realizzazione rispetto alla qualità delle cose che può essere o fare in maniera costruttiva e soddisfacente, o, in sintesi, in termini di una piena capacitazione delle sue possibilità.
Concepita in riferimento a questa esigenza, la riflessione che segue tenterà una descrizione argomentata delle condizioni necessarie perché ogni singola persona possa riuscire nel compito delineato a partire dall’assunzione di una interpretazione della capacitazione frutto della triangolazione delle prospettive interpretative delineate da Sen, Nussbaum e Arendt. In particolare si verificherà se e a quali condizioni la mente possa svolgere una funzione
capacitante, se questo tipo di mente possa connotarsi come ‘pertinente’ e quale debba essere il paradigma esplicito di riferimento. Si considererà, dunque, la ‘tenuta’ pedagogica di un nuovo modo di concepire la conoscenza, geminazione diretta del tipo di mente delineato e funzionale, o, meglio, pertinente rispetto ad un progetto di riqualificazione economica, che è, e deve essere prioritariamente, un progetto di sviluppo umano.

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Pubblicato

2013-03-03

Come citare

Giunta, I. (2013). La mente pertinente come condizione ‘capacitante’. Formazione & Insegnamento, 11(1), 183–192. Recuperato da https://ojs.pensamultimedia.it/index.php/siref/article/view/661