“Io mi chiedo: ma è veramente plusdotato?”. Genialità e plusdotazione a scuola

Autori

  • Martina Brazzolotto Pensamultimedia

DOI:

https://doi.org/10.7346/-fei-XVIII-03-20_27

Abstract

Le percezioni degli insegnanti ci rivelano alcune credenze che giocherebbero un ruolo fondamentale nell’orientare l’intervento didattico nella quotidianità (Vannini, 2012). Il presente studio ha indagato in modo particolare le percezioni di alcuni insegnanti sull’idea di plusdotazione e sulle interpretazioni del documento clinico che attesta la plusdotazione, attraverso test psicologici. La plusdotazione, secondo alcuni insegnanti, riguarderebbe prevalentemente il possedere abilità intellettive sopra la media (Robinson, Ziegler e Gallagher, 2000); mentre, secondo altri, essa verrebbe definita con aspetti della personalità, come per esempio la motivazione e la creatività (Speirs Neumeister et al. (2007). I nostri dati confermano quelli che emergono già dalla letteratura scientifica, anche se sembra che alcuni insegnanti italiani integrino la dimensione relazionale per definire la plusdotazione, adottando una prospettiva di disarmonia. Le interpretazioni sulla valutazione clinica di plusdotazione offrono un variegato ventaglio di percezioni: è uno strumento per conoscere meglio l’alunno; una conferma di quello che l’insegnante sospettava; un documento utile per tutelare i diritti dei gifted children; tuttavia, in alcuni casi, la valutazione viene messa in dubbio in quanto non ci sarebbe una corrispondenza tra le aspettative (tutte positive e molto elevate) dell’insegnante e l’atteggiamento in classe del bambino considerato. In questo senso, permane una visione romantica di genialità: il bambino gifted sarebbe colui che eccelle. 

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Pubblicato

2020-09-30

Come citare

Brazzolotto, M. . (2020). “Io mi chiedo: ma è veramente plusdotato?”. Genialità e plusdotazione a scuola. Formazione & Insegnamento, 18(3), 339–354. https://doi.org/10.7346/-fei-XVIII-03-20_27