Tutta colpa della luna? La pedagogia in un mondo fuori controllo
DOI:
https://doi.org/10.7346/-fei-XVIII-02-20_02Abstract
Il mondo sembra ormai fuori contro e di fronte a ogni problema sociale si propone più educazione. Eppure oggi i tempi della formazione non coincidono
affatto con quelli dello sviluppo sociale, nonostante siano impostati per creare professioni che producono un reddito in funzione dei consumi. Nel frattempo, l’intelligenza artificiale sta rendendo gran parte dei percorsi scolastici e universitari senza futuro. Come aveva previsto John M. Keynes novant’anni fa, aumenterà il tempo libero e la scuola dovrà insegnare come impiegarlo utilmente. Infatti, gli attuali modelli pedagogici fanno riferimento
a un’umanità che si sta trasformando rapidamente, vivendo contemporaneamente in tre distinte ma integrate realtà: quella fisica, quella virtuale e quella
aumentata, determinata dall’ibridazione sempre più accentuata tra uomo e macchina. In tutto questo, la dimensione prevalente è rappresentata dal Mario Caligiuri Università della Calabria – mario.caligiuri@unical.it Mario Caligiuri È tutta colpa della luna. Quando si avvicina troppo alla terra fa impazzire tutti. William Shakespeare, Otello, atto V, scena II. Premessa Il futuro dipende dall’educazione delle giovani generazioni. Pertanto questa consapevolezza induce a riflettere complessivamente sulla pedagogia di oggi in funzione di quella di domani. Attualmente i tempi dell’educazione non coincidono affatto con quelli del cambiamento sociale. Infatti, in un contesto profondamente mutato, si stanno continuando a proporre i medesimi sistemi educativi che fanno riferimento a un’umanità molto diversa da quella che viene descritta nei principali testi di pedagogia (Giunta, 2017). Siamo di fronte a una metamorfosi che pone nuovi bisogni mentre le abilità che l’istruzione sta promuovendo sono finalizzate ad un’attività lavorativa che produca un reddito in funzione di un consumo sempre più frenetico (Crary, 2015), che non potrà durare all’infinito sia per ragioni di saturazione del mercato, che per motivi ambientali. Pertanto, nelle società avanzate la rivoluzione tecnologica sta rimodulando il tempo del lavoro, ampliando il tempo libero che richiede specifiche e innovative pratiche educative, prima ancora che adeguamenti organizzativi a livello sociale. In tale quadro, la cyber education è la realtà in cui viviamo ma continuiamo a interpretarla con una mentalità analogica. Emerge quindi la necessità di riforme strutturali per scuole e università, con l’incertezza nel definire i nuovi percorsi, indicando valori e obiettivi (Caligiuri, 2008a). In definitiva, dobbiamo modificare l’approccio pedagogico dove l’ambiente di apprendimento prevalente è il cyberspazio, poiché le giovani generazioni impiegano più tempo e maggiore attenzione sulle piattaforme informatiche che nel dialogo con i familiari e gli insegnanti. In ambito alfabetico, le competenze degli studenti italiani vengono collocate negli ultimi posti delle classifiche inter-13 cyber spazio e non dagli ambiti tradizionali della famiglia e della scuola. Pertanto, occorre ripensare profondamente teorie e prassi delle attuali teorie educative e si avanza la proposta di riprendere alcune intuizioni delle pedagogie radicali degli anni Sessanta. In definitiva, per mantenere l’uomo ancora padrone del proprio destino occorre ripensare rapidamente l’educazione, che è profondamente in crisi non “per colpa della luna” ma per precise scelte politiche che hanno considerato l’istruzione come un ammortizzatore sociale. In questo saggio si propone l’urgenza di accelerare i tempi delle politiche educative perché le rendite sono finite.
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