Relazioni in gioco. Come favorire benessere e apprendimenti scolastici attraverso esperienze di competizione inclusiva
Abstract
Il presente articolo analizza come il gioco motorio tradizionale contribuisce alla costruzione dell'identità sociale di una classe, con studenti tra i 14 e i 16 anni, presso una scuola secondaria di primo grado vicino a Verona (Italia). Grazie al progetto Erasmus+ BRIDGE, durante i primi due anni di frequenza scolastica, una classe svolge regolarmente alcune pratiche particolari: non sport "classici" ma attività con differenti regole e strutture. Dopo ogni lezione di Educazione Fisica del progetto, prima gli insegnanti conducono un debriefing, poi ogni studente-giocatore riporta le proprie percezioni, compilando un modulo individuale. Questo semplice strumento ha lo scopo di raccogliere contenuti relativi al valore educativo dei giochi in modo attivo ed esperienziale, volutamente agli antipodi rispetto ad un approccio accademico. L'ipotesi del disegno progettuale, basato sulla cornice della Prasseologia Motoria, può essere riassunta come segue: una pratica ludica tradizionale consente agli alunni di sperimentare relazioni originali, favorendo così il loro sviluppo personale e sociale. I risultati mostrano che questi processi sono piuttosto produttivi: insegnanti e studenti riferiscono circa un cambiamento positivo sia nel clima relazionale di classe che nelle rela- zioni interpersonali, nonché un influsso positivo su motivazioni, apprendimento e perfino risultati scolastici.
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