Sport d’élite e transizioni identitarie. Uno studio qualitativo su un ginnasta di classe mondiale di trampolino elastico
DOI:
https://doi.org/10.7346/-feis-XX-01-22_21Abstract
Le transizioni identitarie in ambito sportivo rappresentano una pista di ricerca ancora piuttosto inesplorata in ambito pedagogico, seppur il tema dell’identità e delle relative crisi esistenziali sia stato ben approfondito dalla letteratura pedagogica negli ultimi decenni, complice anche la condizione postmoderna che ha ulteriormente caricato di drammaticità i processi di scelta e di orientamento individuali e collettivi. Crisi d’identità e ridefinizioni esistenziali personali e professionali sono state solamente alcune delle tematiche che la pedagogia ha inteso investigare; tra di queste, però, l’ambito sportivo sembra ancora essere relegato ai margini. Se lo sport è da ritenere un contesto ad alto impatto emotivo-affettivo per gli atleti che lo vivono sin da giovane età, ci si domanda cosa accada allorquando un atleta d’èlite decida, in maniera volontaria o meno, di abbandonare la propria carriera sportiva, quali scenari gli si prefigurino e quali opportunità gli siano concesse. Per analizzare il fenomeno in profondità, è stato condotto uno studio di caso su un ginnasta di classe mondiale di trampolino elastico, attraverso l’utilizzo della narrazione di sè. La ricerca qualitativa ha seguito il processo di transizione identitaria di fine carriera dell’atleta nell’arco di 36 mesi, durante i quali sono state condotte delle interviste semi-strutturate che ci hanno permesso di ricostruire la processualità del fenomeno, attraverso una rete concettuale emersa grazie all’ausilio del software ATLAS. ti 6.0.
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