La presilienza come “effetto collaterale” della crisi pandemica: lettura critica dei meriti della DAD
DOI:
https://doi.org/10.7346/-fei-XX-01-22_26Palavras-chave:
COVID-19, Effetti della didattica a distanza, Presilienza, Neuroscienze educative, Pedagogia positivaResumo
Come il resto del mondo, anche l’Italia ha vissuto la rapida transizione dall’apprendimento in presenza all’apprendimento a distanza, a causa della pandemia di Covid-19. Lungi dal considerare la DAD come un ulteriore effetto negativo dell’attuale pandemia, l’articolo intende illustrare i motivi per i quali la DAD – meglio definibile come Apprendimento d’emergenza da remoto – in realtà abbia rappresentato un valido terreno di prova per l’attuazione di una pedagogia (digitale) trasformativa. Attraverso la rilettura dei supposti stati ansiosi, causati negli studenti dall’isolamento sociale, in chiave di sviluppo della lifeskill
di presilienza, necessaria per prosperare nella “nuova normalità”, si andrà ad illustrare quali sono i termini migliori per valutare l’efficacia degli interventi educativi emergenziali messi in atto, attingendo anche ai più recenti risultati della ricerca neuroscientifica sugli effetti psicofisici e formativi dell’apprendimento a distanza. Ci si interrogherà, infine, su come si possa costruire oggi la competenza post-pandemia negli ambienti scolastici, per rispondere nel modo più efficace possibile ai bisogni attuali dei nostri studenti, che la DAD ha contribuito a far emergere.
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