Diverse accezioni del concetto di “improvvisazione” nell’educazione linguistica: expertise, produzione, tecnica
Abstract
Il termine improvvisazione ha, in didattica e, in particolare, nell’educazione linguistica, una valenza polisemica: vuole dire diverse cose, e a volte i confini tra i significati non sono così netti.
Il termine può qualificare, in primis, il comportamento del docente che arriva impreparato e ‘improvvisa’ o, al contrario, corrispondere alla condotta di quello esperto, il quale, come un artista, attinge al vasto repertorio di script e procedure di cui dispone, per fornire una risposta immediata ed efficace a problemi contingenti.
Se riferita allo studente di lingue, l’improvvisazione può rappresentare, in senso lato, la produzione scritta/orale volta al puro esercizio dell’abilità (non ti tratta di reimpiegare pattern linguistici). In senso stretto, invece, improvvisare rimanda a una tecnica precisa, sorta in seno all’arte scenica, e il cui uso si è diffuso, negli ultimi anni, in vari contesti educativi e formativi. Impro o improv, l’improvvisazione teatrale ha riscosso, come risorsa nelle mani del docente, un interesse crescente fuori dai nostri confini nazionali. Tracciatane brevemente la storia, analizziamo, in questo saggio, le caratteristiche di quest’arte performativa nell’ottica delle formazione dell’attore, e quindi deriviamo alcune conseguenze sul piano glottodidattico.
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