Trasgressione giovanile, educazione e formazione dei talenti: promuovere la devianza positiva per prevenire la devianza negativa

Autori

  • Diana Olivieri

Abstract

Pur nella modernità delle riflessioni sull’educare i giovani a una sana cittadinanza, il Rapporto Delors (1996) manca di un riferimento esplicito al fenomeno della devianza giovanile.
Quale ruolo può giocare l’educazione nel prevenire le occasioni di devianza negativa, che tanta influenza hanno sui giovani?
Problemi come la disoccupazione giovanile e la violenza in costante aumento, che mettono la scuola stessa a rischio sicurezza, hanno bisogno di risposte adeguate all’interno del più vasto spazio educativo.
Attraverso l’analisi incrociata della letteratura scientifica internazionale e dei risultati di ricerca sul rapporto ambivalente tra educazione e devianza/criminalità, è emerso come il fenomeno della devianza giovanile, se si considera la naturale tendenza adolescenziale a deviare dalla strada maestra, possa essere meglio affrontato in termini generativi di devianza positiva, ossia
cogliendo nei particolari connotati che la devianza viene ad assumere nel singolo individuo, le possibili radici dello sviluppo di un talento o della capacità di innovazione.
Di recente è emersa una parte di letteratura educativa che ha messo in luce il legame tra opportunità di dedicarsi ad atti generativi e desistenza dal crimine.
In tal senso, lo sviluppo delle competenze può costituire una strategia preventiva per il disadattamento sociale.

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Pubblicato

2017-08-01

Come citare

Olivieri, D. (2017). Trasgressione giovanile, educazione e formazione dei talenti: promuovere la devianza positiva per prevenire la devianza negativa. Formazione & Insegnamento, 15(2), 311–324. Recuperato da https://ojs.pensamultimedia.it/index.php/siref/article/view/2359