La lettera incarnata. Studio di caso
Resumo
Partendo dal presupposto che la lettura non è un dono bensì una relazione
che si stabilisce tra il sé ed il segno, ci accostiamo al tema della literacy
come strumento di partecipazione, inclusione ed equità nell’attuale società
attraverso una considerazione circa l’attitudine con la quale un bambino,
nel primo biennio della scuola primaria, si avvicina all’apprendimento della
lettera, definita incarnata (Del Vento, 2017). Secondo il pensiero di Fagiani
(Sri Rohininandana Das, 2007), quest’atteggiamento può essere considerato
un’energia madre, già vivo in noi al momento della nascita e derivato dal
rapporto tra la vitalità del padre e quella della madre. Il concetto di forza
sorgente ha origini remote, è già presente nelle culture arcaiche. È compito
della scuola del XXI secolo creare presupposti che, attraverso la corporeità
ed un setting di lavoro dinamico ed olistico, permettano di far emergere
all’esterno vigorie interne. L’aula scolastica statica diviene, per mezzo di
movimenti ritmici dei banchi, programmati ed ancorati dall’insegnante a
sensazioni positive, un contesto valorizzante e socializzante sia per il singolo
che per il gruppo. È il moto del corpo, unito ad un ritmo mentale costruito
e condiviso, che favoriscono l’apprendimento. Docente e studenti sono
en motive, nel motivo (Del Vento, 2017).
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