Il fenomeno della radicalizzazione nei giovani: vulnerabilità ambientali, individuali e strategie di prevenzione

Autori

  • Magot Zanetti

Abstract

I dati più recenti su foreign fighters e lone wolves hanno mostrato come questi siano di giovane o giovanissima età. Molti sono stati i tentativi di dare una spiegazione e si vuole qui tentare di assimilare i diversi approcci al fine da fornire ai responsabili dell’educazione le variabili più comuni tra questi ragazzi. Da un punto di vista ambientale, assumono rilevanza le teorie dei conflitti culturali, della subcultura ed il concetto chiave di deprivazione relativa. I fattori individuali più diffusi sono l’emarginazione sociale, abilità cognitive medie, senso di giustizia e moralità esasperati, conoscenza superficiale della fede/ideologia di appartenenza. Queste caratteristiche, aggiunte a quelle tipiche degli adolescenti, possono creare un terreno fertile a dei trigger, siano dei traumi e/o l’incontro con leader carismatici.
Operata la scelta, i ragazzi diventano dei born again ed il processo di cambiamento è rapido: vengono allontanati gli altri significativi, genitori ed insegnanti. Mutano le abitudini e le routine quotidiane fino a quando non vengono fatti agire, o scelgono di agire, violentemente. Le agenzie europee che si occupano di studiare il fenomeno della radicalizzazione hanno elaborato delle strategie preventive ed auspicano una preparazione degli insegnanti su questi temi.

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Pubblicato

2018-12-31

Come citare

Zanetti, M. (2018). Il fenomeno della radicalizzazione nei giovani: vulnerabilità ambientali, individuali e strategie di prevenzione. Formazione & Insegnamento, 16(3), 171–182. Recuperato da https://ojs.pensamultimedia.it/index.php/siref/article/view/3107