Vent’anni dopo il Rapporto Delors Modelli, principi e strategie della ricerca educativa per la scuola del XXI secolo

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Abstract

Il documento epocale Education. The treasure within (1996) si incentra su un concetto di educazione per tutta la vita inteso come chiave d’accesso al XXI secolo: esso supera la distinzione tradizionale tra educazione iniziale ed educazione permanente e si collega con un altro concetto spesso presentato, quello della società educativa.

Tra i suggerimenti per il futuro presenti nel Rapporto, J. Delors scrive: «Bisogna dirigere il mondo verso una maggiore comprensione reciproca, un maggiore senso di responsabilità e una maggiore solidarietà, attraverso l’accettazione delle nostre differenze spirituali e culturali. L’educazione, fornendo a tutti l’accesso al sapere, ha precisamente questo compito universale: aiutare gli uomini a capire il mondo e a capire gli altri» (Delors, 1996, pp. 7-8). Per il mondo educativo è necessario, insomma, guardare alla coesione sociale non semplicemente quale fattore di stabilità, ma  quale frutto maturo di scelte consapevoli dettate da esperienze di partecipazione alla vita democratica; scelte che derivano in larga misura anche da politiche educative lungimiranti e di ampio respiro, dettate da progettualità orientate alla promozione delle risorse umane nelle loro multiformi espressioni personali e sociali e, dunque, allo sviluppo delle migliori prerogative dei territori. Per questa via si realizza e prende vita l’equilibrio armonico tra ciò che i soggetti elaborano e vivono in termini di appartenenza, con le loro migliori componenti e qualità individuali, e quei processi inclusivi irrinunciabili nelle diverse realtà ormai di fatto multiculturali; per questa via è possibile formare i caratteri propri di identità aperte per le quali il senso delle azioni e dell’esistenza non è mai dato in assoluto ma, con impegno personale e sociale, autonomamente cercato e incessantemente ricostruito.

Per incrementare la partecipazione democratica è necessario, tuttavia, che gli spazi della ricerca forniscano possibili coordinate di riferimento e supporti ai processi interpretativi funzionali allo sviluppo e all’esercizio delle capacità di comprensione e di giudizio. Proprio mentre i sistemi educativi cercano di rispondere alle molteplici sfide della società dell’informazione, nella prospettiva di un arricchimento continuo dei saperi e di un esercizio dei diritti e dei doveri del cittadino in maniera adeguata alle esigenze del nostro tempo (Unesco, 2015).

 

In considerazione di tali sollecitazioni, ancor oggi vive e orientative, il numero monografico di Formazione e Insegnamento dedicato alla Generative Education: Vent’anni dopo il Rapporto Delors è stato sviluppato in modo da riflettere la vasta gamma di contesti e questioni discusse durante la SIREF Summer School dedicata al tema della Generative Education e le preziose opportunità di scambio e di confronto culturale dei mesi seguenti.

Il numero si articola in una sezione preliminare dedicata a studi a valenza prevalentemente teorica e quattro sezioni successive, rispettivamente identificate in relazione ai pilastri dell’azione educativa (imparare a conoscere; imparare a fare; imparare ad essere; imparare a vivere insieme), che sostengono le quattro funzioni: 1) Learning; 2) Governance; 3) Teaching; 4) Evaluation.

 

I contributi, molti dei quali composti da dottorandi o giovani dottori di ricerca, attingono ai diversi contesti sociali, storici, culturali e professionali dei vari autori e riflettono diversi modi di guardare le questioni individuate in precedenza, da diverse prospettive e metodologie di ricerca. Infatti, nel rispondere alla call for papers, i giovani studiosi sono stati sollecitati, ispirandosi ai quattro ambiti, a presentare: 

 

  • Studi e ricerche relativi a modelli, forme, processi di generative learning e di generative education, comprensivi anche (ma non esclusivamente) delle componenti del visible learning, della didattica enattiva, della flipped classroom, dei processo di slipping change, sharing education, spillinog literacy.
  • Studi e ricerche sulle trasformazioni dei luoghi di apprendimento e di lavoro come direzione di senso e direzione generativa delle persone.
  • Studi e ricerche relativi al curricolo generativo: processi e competenze per nuovi profili e curricoli del XXI secolo che rifuggano l’eccesso di disciplinarismo e formalismo.
  • Studi e ricerche relativi a modelli, principi e strategie della ricerca educativa per la scuola del XXI secolo.
  • Studi e ricerche relativi all’evoluzione, all’attualizzazione e alle prospettive future degli stimoli offerti dal Rapporto Delors, in particolare relativi all’attualizzazione dei quattro pilastri dell’imparare a conoscere, imparare a fare, imparare ad essere, imparare a vivere insieme.
  • Studi e ricerche relative ai vari aspetti dell’educazione formale non-formale e informale.
  • Studi e ricerche relativi alla diversità degli studenti e all’equità.
  • Studi e ricerche sui vari modelli e processi di leadership e di governance finalizzati all’innovazione in ambito educativo-formativo, al potenziamento dell’efficacia ed efficienza.
  • Studi sui vari modelli e processi di teaching e di training, di formazione pre-service, in-service.
  • Studi e ricerche relative ai vari aspetti dell’evaluation e della qualità, sia a livello locale che di sistema (es. student assessment, teacher appraisal, principal appraisal, school evaluation, system evaluation, etc.).
  • Studi e ricerche sui problemi socio-culturali degli ambienti di vita.

 

Le risposte a tale ampiezza di stimoli non hanno deluso, confluendo in una grande ricchezza e varietà di proposte, di cui gli articoli pubblicati rappresentano la componente più qualificante.

All’interno delle varie sezioni i con tributi sono presentati in ordine alfabetico.

 

In apertura il saggio introduttivo di Maria Tomarchio riflette sulle scelte pedagogiche, che si confrontano con i principi della legalità e dell’equità sociale. A seguire, nella sezione Studi, le riflessioni di Mario Caligiuri sull’innovazione riluttante, Anna Maria Colaci, che dibatte le questioni della libertà e dell’agentività in relazione alle capacitazioni, Roberto Melchiori, il cui contributo rapporta capacitazioni a talento e competenza, Piergiorgio Reggio, che cerca gli equilibri educativi tra regole e libertà, infine, Demetrio Ria, impegnato nell’esame del rapporto tra pensiero computazionale e pensiero sistemico.

 

La prima sezione discute le prospettive, le sfide e le direzioni di ricerca attuali, del concetto di Learning, nei suoi vari risvolti, che implicano sia la formazione formale che informale, che sottolineano la centralità dei processi di personalizzazione dell’apprendimento, e che vedono la formazione dello spirito critico come soglia eminente del multialfabeta. In tale sezione vengono inseriti i contributi relativi alla ricerca educativa che dialoga con i modelli di apprendimento generativo.

Apre la sezione il contributo di Elena Consalvi, dedicato a esplorare il legame tra narrazione, formazione e gli attuali setting interattivi. A seguire, Francesco Fischetti e Gianpiero Greco presentano un progetto di ricerca con focus sul benessere psicofisico e prevenzione dello stress lavorativo nella Polizia di Stato. Roberto Franco affronta ai fini didattici le metafore geo-cartografiche di Dante Alighieri, mentre Maria Lucenti sposta l’immaginario alla ricerca sull’alterità nei manuali di Italia e Tunisia. Valerio Massimo Marcone esamina i nuovi paradigmi dell’apprendimento lavorativo relativi al “Learning by doing”. Diana Olivieri include nella nuova scuola, specificandolo sul piano neuro-scientifico, anche il talento o intelligenza di strada. Elisa Tona affronta il ruolo dell’educazione nella teoria del Capability Approach. Il gruppo Manuela Valentini, Nicoletta Piersantolini e Ario Federici ci parlano di attività motoria come di una didattica trasversale capace di coordinarsi con gli altri saperi in prospettiva interdisciplinare. Chiude la panoramica il contributo di Yvonne Vezzoli, dedicato ai problemi di definizione della Visual Literacy e di ampliamento degli spazi che la contraddistinguono.

 

La seconda sezione, dedicata alle componenti di Governance, propone contributi che intendono la leadership come unione produttiva di competenze e capacitazioni, finalizzata all’innovazione e al conseguimento di risultati. Una sezione che interpreta ampiamente i sistemi di significato di leadership, competenze professionali e capacitazione della scuola.

Per Guglielmo Borgia la leadership va rapportata ai principi della convivenza democratica e ci presenta gli esiti di una ricerca che vede coinvolti studenti, insegnanti e genitori. Silvia Conti, invece, rapporta la leadership alle componenti del successo formativo. Francesca De Vitis offre analoghe riflessioni nel contesto della pedagogia penitenziaria, mentre Arianna Giuliani le affronta nel contesto universitario, soffermandosi sul principio di leadership diffusa degli studenti. Giorgia Ruzzante “legge” la scuola emergente dal ventennio del Rapporto Delors come comunità inclusiva e Carmen Tanzella come scuola per la cittadinanza. Infine, Mirela Tingire confronta i modelli di benessere e le relative life skills in Italia e Romania.

 

La terza sezione, riservata al Teaching, vede la presentazione di studi per la realizzazione di un insegnamento caratterizzato da attenzione verso gli ambienti di apprendimento, verso la diversità degli studenti e l’equità; orientati al curricolo aderente alla realtà, alla valutazione come progresso, alle attività e alle esperienze significative, al riconoscimento della formazione e della professionalizzazione del docente. Una sezione, questa, i cui contributi orientano la professionalità magistrale nel XXI secolo e vanno alla ricerca di nuove prospettive.

Cristiana Cardinali e Rodolfo Craia presentano gli esiti in una struttura penitenziaria dei fattori di rischio connessi alla dispersione e al DSA. Giusi Castellana espone gli esiti di un progetto di didattica metacognitiva della lettura nella scuola secondaria di primo grado, e Chiara D’Alessio offre alcuni spunti teorici per una teleologia pedagogica generativa. Katia Del Vento esamina la direzione generativa di senso del docente olistico en motive, mentre Maria Concetta Rossiello esamina le componenti formative di Verso una società dell’inter-scambio generazionale. Raffaella C. Strongoli offre progetti e prospettive legati agli orti didattici e, più in generale, agli spazi di innovazione scolastica all’aperto. Chiude la sezione il contributo di Gabriella Vitale sui processi generativi nel recupero del drop out scolastico

 

La quarta sezione, riservata all’Evaluation, cioè le diverse attività che si sviluppano sia a livello locale che di sistema come funzioni espansive della qualità dei risultati di apprendimento, esprime le sue aree integrate di applicazione sia per lo studente (student assessment), sia per i docenti (teacher appraisal), per i dirigenti (principal appraisal), per le comunità formative (school evaluation) e per il sistema nel suo complesso (system evaluation). Una sezione dove la valutazione è concepita come una prospettiva integrata per generare innovazione.

Si apre con l’indagine di Lejda Abazi relativa alla soddisfazione nella relazione medico-paziente, prosegue con il contributo di Maria Chiara Castaldi sull’Oratorio, inteso come possibile ponte tra educazione formale e informale, e con l’analisi, in contesti generativi e organizzativi, di Margherita Di Bari, relativa al tirocinio curriculare per la formazione di esperti di processi di sviluppo. Antonio Di Maglie si occupa di sport per la salute ed il benessere psicofisico in età scolare. Saverio Fontani della Sindrome di Williams, Rosa Sgambelluri del ruolo educativo ed umanizzante delle attività motorie in presenza di calamità naturali. Marianna Traversetti esamina i fattori ambientali del contesto scolastico che ostacolano l’acquisizione del metodo di studio da parte degli allievi con DSA, mentre Emanuela Zappella offre gli orientamenti per integrare o includere le persone con disabilità all’interno delle organizzazioni.

 

L’obiettivo di questo numero, promosso dalla Siref Summer School, è quello di restituire, ancora una volta, il senso più vivo e profondo di intrecci di prospettive pedagogiche della contemporaneità, attraverso i quali si possa leggere la parabola di quella ricerca educativa che va progressivamente a ridefinire gli spazi della vita socio-educativa delle persone, nella certezza che i molteplici aspetti di novità che emergono da questi saggi possano rappresentare davvero un punto di riferimento.

Riferimenti bibliografici

Delors, J. (1996). Education. The treasure within. Report of the International Commission on Education for the XXI Century. Paris: UNESCO.

UNESCO (2015). Rethinking Education. Towards a global common good? Paris: United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization.

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Pubblicato

2017-08-31

Come citare

Margiotta, U., Minello, R., & Tomarchio, M. (2017). Vent’anni dopo il Rapporto Delors Modelli, principi e strategie della ricerca educativa per la scuola del XXI secolo. Formazione & Insegnamento, 15(2 Suppl.), 9–12. Recuperato da https://ojs.pensamultimedia.it/index.php/siref/article/view/2576