Orientamento professionale e placement dei cittadini di Paesi Terzi
DOI:
https://doi.org/10.7346/-fei-XVIII-01-20_35Resumo
In un mondo globalizzato caratterizzato da evidenti e irrisolte sfide sociali, politiche, economiche e ambientali, la formazione rappresenta la chiave di volta per costruire società pacifiche, aperte, sostenibili e inclusive. Ai sistemi educativi è attribuita dunque, in tale senso, la responsabilità di integrare azioni efficaci che producano effetti trasformativi e generativi. Alla luce degli obiettivi di sviluppo sostenibile evidenziati dall’Agenda 2030, diviene quindi fondamentale riconoscere un ruolo centrale ad una pedagogia il cui concretizzarsi nelle pratiche educative promuova nei soggetti in formazione le cosiddette competenze globali, di agency quale “tendenza-possibilità-libertà che ogni persona ha di: immaginare e desiderare qualcosa che ancora non è data; individuare obiettivi per realizzarla, a partire da quanto è a disposizione; dare incominciamento a qualcosa di nuovo; ricostruire discorsivamente strategie e finalità”(Costa 2013, pp. 111-112), al fine di esaltare il “potenziale personale formativo” ritenuto come “l’insieme delle capacità, delle abilità, delle attitudini, delle funzioni, delle disposizioni che prefigura il senso e il valore esistenziale di una persona” (Margiotta 2017, pp. 143-146). Il presente lavoro vorrebbe presentare un progetto di ricerca, in fase di svolgimento, che ha come obiettivo quello di approfondire le metodologie e gli strumenti utilizzati dai professionisti impegnati nell’orientamento professionale con cittadini di Paesi terzi.
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