Didattica enattiva: cos’è e cosa può fare

Autori

  • Francesca Coin

Abstract

Il numero di alunni stranieri è in continuo aumento nelle nostre classi.
Spesso le differenze interindividuali che essi presentano sono anche più rilevanti
di quelle interculturali. Ciò che li accomuna risulta essere troppo
spesso legato alle loro difficoltà: a causa di conoscenze limitate della lingua
o del sistema scolastico, di esperienze di vita drammatiche, di condizioni
economiche precarie nel paese di provenienza o in quello di accoglienza,
mostrano più frequentemente degli altri bambini situazioni di fragilità e disagio,
sia a livello emotivo-relazionale che scolastico. Ciò di cui questi bambini
necessitano è un percorso formativo che tenga conto delle particolarità
individuali di ognuno, senza porre sotto una luce di negatività le differenze.
La scuola è ormai un luogo multiculturale, in cui la diversità deve
rappresentare una parte fondante del sistema e non una minoranza problematica.
Un approccio che meglio di altri accoglie la diversità interpretandola
come fonte di ricchezza per la creazione condivisa di conoscenza è
l’approccio enattivo. Purtroppo l’accostamento tra enattivismo e didattica non è ancora stato studiato a fondo; lo scopo di questo elaborato è quindi di riassumere le caratteristiche essenziali di una didattica di matrice enattiva, per sottolineare come possa risultare utile indossare una “lente enattiva” nell’osservare le dinamiche di relazione e di apprendimento nelle nuove classi multietniche.

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Pubblicato

2013-12-31

Come citare

Coin, F. (2013). Didattica enattiva: cos’è e cosa può fare. Formazione & Insegnamento, 11(4), 127–134. Recuperato da https://ojs.pensamultimedia.it/index.php/siref/article/view/395