Musica delle differenze e delle ricchezze Riflessioni pedagogiche sull’inclusione delle persone con Bisogni Educativi Speciali
Resumo
Il contributo intende proporre spunti di riflessione su come il linguaggio sonoro-musicale, così radicato nella filogenesi e ontogenesi umana, possa cambiare il punto di vista educativo-didattico della scuola privilegiando le esperienze di embodied cognition (Gallese, 2009) in luogo delle tanto rassicuranti quanto discriminatorie strade di accesso al sapere di tipo logico-razionalistico per raggiungere identici obiettivi di apprendimento. In un contesto classe nel quale le differenze in termini di stili cognitivi e di attitudini rappresentano la norma e si moltiplicano i casi di bisogni educativi speciali (Ianes, 2005), risulta inclusiva
una didattica che promuove esperienze di approccio creativo alla conoscenza, ne coglie i valori espressivi e ne scopre, per via empirica, i meccanismi combinatori, le logiche costruttive, i potenziali di sviluppo. Per realizzare questa inversione di rotta occorre: insegnare musica in modo aperto alle forme dell’improvvisazione e della composizione didattica, conferire un ruolo transdisciplinare al linguaggio dei corpi sonori e acuire la sensibilità
alla musicalità dei propri comportamenti (Malloch & Trevarthen, 2009) nei processi di trasposizione didattica (Chevallard, 1985). Si riportano alcuni esempi specifici applicativi su disturbi specifici dell’apprendimento, sottolineando il contributo delle neuroscienze al rafforzamento dei possibili legami impliciti tra apprendimento musicale e letto-scrittura (Pavel, 2009).
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