Pregiudizio ed etichettamento: il ruolo dell’insegnante nello sviluppo di comportamenti devianti

Autores/as

  • Margot Zanetti

Resumen

La psicologia sociale riconosce il pregiudizio come un costrutto mentale innato ma con contenuti di matrice culturale. Sono state individuate precise fasi di nascita e sviluppo. Gli effetti del pregiudizio e dei comportamenti discriminatori per chi li subisce includono un abbassamento dell’autostima e una più negativa considerazione di sé. Dal punto di vista della criminologia e della teoria dell’etichettamento, il pregiudizio nasce da reazioni sociali a determinati eventi devianti e attori sociali. L’etichetta applicata a questi soggetti influisce sulla loro identità e la loro futura condotta. Ciò si fonda anche sull’interazionismo
simbolico, che, tramite meccanismi di apprendimento riflesso, definisce il Sé come il frutto dell’interazione tra Ego ed Alter. Questi processi avvengono anche nel contesto scolastico: i professori influenzano lo sviluppo cognitivo degli alunni ma non solo. Recenti studi, basati sulle citate teorie criminologiche, mostrano che gli insegnanti hanno un ruolo determinante anche nella scelta di una condotta deviante da parte dell’alunno. Etichettandolo come poco propenso ad imparare e attribuendogli determinate caratteristiche, il corpo insegnante influisce sulla concezione che l’alunno ha di sé e sulla sua condotta, prestandogli
meno attenzione ed impegnandosi meno nel trasmettergli informazioni. Scuole
in cui gli insegnanti condividono largamente questo tipo di pregiudizi hanno mostrato una più alta percentuale di devianza e di propensione a comportamenti devianti.

Publicado

2018-08-31

Cómo citar

Zanetti, M. (2018). Pregiudizio ed etichettamento: il ruolo dell’insegnante nello sviluppo di comportamenti devianti. Formazione & Insegnamento, 16(2 Suppl.), 193–204. Recuperado a partir de https://ojs.pensamultimedia.it/index.php/siref/article/view/3044