Delineare i confini labili e aperti della Doppia Eccezionalità: una revisione sistematica sulle caratteristiche distintive all’interno di un approccio olistico
DOI:
https://doi.org/10.7346/sipes‐01‐2025‐31Abstract
La doppia eccezionalità si configura come una complessa interazione tra plusdotazione e uno o più disturbi o deficit. La letteratura scientifica sottolinea come tale coesistenza possa determinare l’inibizione di alcune caratteristiche tipicamente associate a ciascuna condizione quando considerata isolatamente, l’esacerbazione di altre, nonché l’emergere di tratti del tutto nuovi (Dare & Nowicki, 2015; Kircher-Morris, 2021; Lovecky, 2023). Tuttavia, le evidenze disponibili risultano ancora limitate in ragione del ridotto numero di studi empirici sul tema, della difficoltà nel reclutamento di campioni ampi e dell’elevata eterogeneità dei profili osservati (Beckmann & Minnaert, 2018; Foley Nicpon et al., 2011). La presente revisione sistematica si propone di identificare le caratteristiche distintive della doppia eccezionalità emerse all’interno di studi empirici condotti tra gennaio 2013 e gennaio 2025. Sono state incluse ricerche con approcci quantitativi, qualitativi e metodi misti. I risultati evidenziano alcune differenze statisticamente significative tra studenti doppiamente eccezionali e gruppi di controllo, costituiti da studenti plusdotati, studenti con difficoltà clinicamente diagnosticate, o studenti con profili che non riportano alcuna peculiare condizione rilevabile. Inoltre, diversi casi di studio confermano la persistenza e la stabilità di caratteristiche precedentemente identificate come distintive della doppia eccezionalità. I risultati suggeriscono la necessità di un approccio personalizzato, in grado di comprendere in profondità la vasta gamma di caratteristiche derivanti dall’interazione dinamica e integrata tra alto potenziale e difficoltà, al fine di garantire processi di identificazione e intervento mirati ed efficaci.
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