Percorsi educativi di memoria. Luoghi e oggetti come testimoni tra passato e presente.
DOI :
https://doi.org/10.7346/PO-022024-19Mots-clés :
Memoria europea, Percorsi educativi, Auschwitz, luoghi di memoriaRésumé
L’Unione europea affonda le proprie radici nell’elaborazione culturale (si pensi al Manifesto di Ventotene) che ha portato alla sconfitta dei totalitarismi e alla costruzione delle democrazie. La formazione di nuovi paradigmi sociali e politici si basa sulla capacità di edificare una memoria pubblica solida, cioè un processo di narrazione di eventi storici sui quali rinnovare costantemente il patto sociale che unisce singoli individui in comunità. La costruzione della memoria europea, in particolare la riflessione dai genocidi fino ad Auschwitz, è stata caratterizzata da processi educativi: dai primi faticosi “pellegrinaggi” degli ex deportati nei lager, fino ai “viaggi di formazione” rivolti oggi alle scuole. In questo contesto, Liliana Segre ha recentemente espresso la propria preoccupazione rispetto alla “stanchezza del racconto della Shoah” e al rischio di scomparsa della memoria insieme ai testimoni. Il presente contributo intende riflettere su nuovi percorsi educativi della memoria europea, da attivare a partire dalla valorizzazione di luoghi e oggetti intesi come nuovi strumenti di narrazione pubblica. Processi che non si limitano alla visita ai siti museali che narrano la distruzione umana del passato, ma insistono sulla costruzione di relazioni con le comunità che vivono i luoghi dei genocidi nel presente. Gli oggetti conservati nei musei, in relazione con oggetti del presente divengono strumento di racconto utile a percorsi educativi che costruiscono il patrimonio culturale materiale e immateriale dell’UE.
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