Media e percezione della sicurezza. Analisi e riflessioni

Autori

  • Anna Coluccia
  • Fabio Ferretti
  • Lore Lorenzi
  • Tommaso Buracchi

Abstract

La letteratura scientifica riguardante la percezione della sicurezza ha evidenziato come non vi sia correlazione tra dato statistico ufficiale sulla criminalità e percezione di sicurezza dei cittadini. Nelle progettazione delle politiche di sicurezza appare allora importante non soltanto lo studio del quantum di pressione criminale in un determinato luogo, ma diventa almeno altrettanto importante l’analisi accurata delle “incontrollabili” logiche dei sentimenti di insicurezza. Lo studio qui presentato si interroga sul ruolo dei media su tale questione. Negli ultimi anni, infatti, i media italiani hanno enfatizzato il discorso sulla sicurezza attraverso l’adozione di una particolare attenzione di tale termine: quello di uno stato individuale e collettivo da tutelare dai rischi derivanti dalla criminalità e dalla devianza. In tale ottica, l’attenzione dell’opinione pubblica si è concentrata soprattutto sull’insicurezza derivante da alcune particolari fattispecie di reati e da alcune categorie sociali ben definite, sottovalutando invece altri e ben più gravi fattori di rischio per la safety individuale. Si evidenziano così due contraddizioni di fondo relative al modo in cui è stato costruito negli ultimi anni il tema della sicurezza da parte dei medi: da un lato, l’impossibilità di giustificare l’aumento del sentimento di insicurezza con un aumento della criminalità (smentito da un trend generalmente in calo) che normalmente viene associato ad esso; dall’altro, la sottovalutazione di alcuni concreti fattori di rischio per la safety a favore di una eccessiva enfatizzazione dell’insicurezza derivante da un particolare tipo di criminalità e dalla presenza di particolari categorie sociali. È dunque lecito ipotizzare che i media abbiano rivestito un ruolo decisivo nell’imporre questa idea di sicurezza e nell’alimentare una percezione distorta dell’insicurezza, sia dal punto di vista quantitativo che delle cause che la originano.

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Pubblicato

2014-12-16

Fascicolo

Sezione

Articoli