L'impatto dell'immigrazione sulla delinquenza: una verifica dell'ipotesi della sostituzione nell'Italia degli anni '90
Autori
Uberto Gatti
Pensa MultiMedia Editore
Hans M.A. Schadee
Giovanni Fossa
Abstract
Gli immigrati extracomunitari in Italia, soprattutto se irregolari, sono caratterizzati da una frequenza di denunce penali superiore a quella degli italiani. Per reati "di servizio" quali la vendita di droga o lo sfruttamento della prostituzione, le più alte frequenze di denunce possono essere spiegate dal fatto che i mercati illegali sono spesso condotti da persone marginali, il cui accesso a lavori regolari è limitato. Il coinvolgimento degli immigrati nella criminalità può comportare una sostituzione degli italiani nelle attività criminali (ipotesi della sostituzione), ovvero una aggiunta di nuovi reati a quelli preesistenti (ipotesi della addizione). Utilizzando dati aggregati relativi alle 95 Province italiane negli anni '90 (1991- 2000) questa ricerca valuta se, controllando per la criminalità preesistente, la crescita della presenza degli immigrati contribuisce alla crescita dei reati. I cinque reati considerati sono alcuni reati "di servizio" come lo spaccio di droga e lo sfruttamento della prostituzione, ma anche reati che suscitano grande allarme sociale, come l'omicidio e la rapina, ed un reato che viene sempre denunciato, il furto d'auto. I tassi di denunce dei reati e la presenza di stranieri sono modellizzati come processi endogeni separati, e soltanto legami positivi tra questi due processi costituiscono una prova che la presenza di immigrati implica un contributo ai tassi di reati che va al di là dell'ipotesi della sostituzione. Solo nel caso dello sfruttamento della prostituzione vi è una relazione tra l'incremento degli immigrati e l'aumento dei reati; per gli altri quattro reati l'ipotesi della sostituzione è confermata