Gli autori affrontano la tematica della misura di sicurezza del ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario, focalizzando l’attenzione sul presupposto del precetto normativo. Dopo aver descritto la genesi storica e aver riportato alcune critiche in ambito teorico che riguardano le misure di sicurezza e la loro applicazione, si è passato ad illustrare in dettaglio le numerose pronunzie emesse, nel corso degli ultimi decenni, dalla Corte Costituzionale (la quale, in una sua nota recente sentenzasulla questione della misura del ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario, non ha mancato l’occasione di sottolineare «l’inerzia» del legislatore), sottolineando le attenuazioni di alcune distorsioni generate da quel complesso di norme giuridiche, basate sulla nozione di «pericolosità sociale» (intesa come probabilità che un individuo commetta un reato) e contenute nel sistema penale del 1930, costruito sostanzialmente sul cosiddetto ‹‹doppio binario›› punitivo, centrato sull’applicazione congiunta di pene e di misure di sicurezza. A tal fine, è stata condotta la presente indagine prendendo in considerazione l’intera popolazione dei prosciolti per vizio totale (ex art. 222, c.p.), ricoverati dall’1 gennaio al 31 dicembre 2007 presso l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), attraverso l’analisi dei dati raccolti nelle cartelle personali conservate presso l’Ufficio Matricola, l’Area Trattamentale e la Direzione Sanitaria. L’obiettivo della ricerca, sulla base delle osservazioni suesposte, è rilevare le loro caratteristiche (età, istruzione, lavoro, precedenti penali, pregressi periodi di internamento in ospedali psichiatrici giudiziari o strutture civili, ecc.) e valutare la durata della misura di sicurezza del ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario e l’eventuale numero di ordinanze che ne hanno disposto la proroga. I risultati ottenuti sono stati confrontati con quelli emersi nel corso di uno studio simile effettuato nello stesso Ospedale Psichiatrico Giudiziario da Russo (1987), su 232 imputati di reato prosciolti per vizio di mente, e con alcune ricerche svolte negli ultimi anni presso gli ospedali psichiatrici giudiziari italiani.