Colloquio psichiatrico e capro espiatorio nelle istituzioni penitenziarie

Autori

  • Gian Carlo Nivoli
  • Liliana Lorettu
  • L. Fabrizia Nivoli
  • Alessandra M. A. Nivoli

Abstract

Il colloquio in istituzione penitenziaria fra operatore della salute mentale (psichiatra, criminologo, psicologo, assistente sociale, ecc.) e paziente, mette spesso in luce la tendenza di quest’ultimo ad identificare, in altre persone od altri gruppi, la responsabilità per la sua privazione di libertà e per le sue sofferenze psichiche e fisiche. Queste persone sono qualificate dal paziente come nemiche e nei loro confronti, come un capro espiatorio, possono essere messe in atto anche delle violenze fisiche. Tra questi nemici o capri espiatori vi possono anche essere gli operatori della salute mentale. Oggetto del presente studio è la illustrazione di sei dinamiche che permettono di approfondire la conoscenza della creazione del nemico da parte del paziente nei colloqui con gli operatori della salute mentale in istituzione penitenziaria: 1) La creazione acuta di un nemico reale per un fatto reale; 2) La creazione progressiva e pretestuosa di un nemico; 3) Una modalità aggressiva per controllare un ambiente ritenuto aggressivo e incontrollabile; 4) L’opportunità per aggredire i simboli di ciò che si odia; 5) La gratificazione di poter giudicare e punire gli altri, invece di essere giudicato e punito dagli altri; 6) Il tentativo di neutralizzare l’aggressività intragruppale. Lo scopo del presente studio è quello di migliorare la formazione professionale degli operatori della salute mentale in carcere attraverso la consapevolezza delle loro emozioni, allorquando sono considerati nemici, evitare errori iatrogeni legati a reazioni emotive inadeguate, e saper utilizzare la creazione di un nemico da parte del paziente come un mezzo per approfondire la diagnosi e migliorare l’intervento terapeutico sul paziente.

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Pubblicato

2014-11-24

Fascicolo

Sezione

Articoli