“Ingresso nei ricordi”. Una ricerca sulla suggestionabilità dei bambini
Autori
Ignazio Grattagliano
Felice Carabellese
Isabella Berlingerio
Andrea Lisi
Rosa Grazia Mongelli
Roberto Catanesi
Abstract
L’abuso sessuale è un reato che difficilmente ha spettatori e che, di conseguenza, si fonda, quando non vi siano segni fisici a documentarlo inequivocabilmente, in larga parte sulle dichiarazioni rese dalle vittime. La loro testimonianza costituisce quindi, nella maggioranza dei casi, l’unico elemento su cui il magistrato deve basare il suo giudizio. Studi svolti nell’ambito della testimonianza dei bambini hanno evidenziato le difficoltà che si devono affrontare quando il minore è allo stesso tempo vittima e testimone. Gli studi e le ricerche sul child abuse, richiamano la necessità di una riflessione sulle modalità con le quali deve essere svolto l’ascolto dei resoconti dei bambini in ragione della loro suggestionabilità. Le domande suggestive affermano di più di quanto non chiedono e possono condurre il testimone a confermare gli elementi presenti nella domanda. Se il testimone è un bambino, è possibile che egli inserisca in memoria le informazioni provenienti dall’adulto, le incorpori o che le sostituisca al suo ricordo originario. Obiettivo della ricerca è verificare la capacità di ricordare un evento in bambini in età scolare (6 e 9 anni), attraverso il coinvolgimento in un’attività ludica e con una successiva intervista individuale focalizzata su ciò che era accaduto in classe. Sono stati analizzati alcuni fattori in grado di influenzare la capacità di ricordare: l’età; il ruolo svolto nell’evento, l’essere partecipanti con un compito attivo o semplici osservatori; l’influenza di fattori di disturbo, confusione o stress. I risultati mostrano la complessa interazione tra i molteplici fattori indagati, sottolineando quanto importante sia nell’analisi della capacità di rendere testimonianza dei bambini, lo studio di tutti gli elementi che entrano potenzialmente in gioco nell’atto dell’intervista. I dati emersi dalla nostra ricerca confermano l’assunto che i bambini possono essere testimoni attendibili se ascoltati utilizzando corrette metodologie basate sull’uso di domande non suggestive, il meno possibile direttive, che permettano al bambino di raccontare l’evento nella modalità più libera e spontanea possibile.