Sistema carcerario e trattamenti inumani o degradanti
Autori
Carlo Alberto Romano
Luisa Ravagnani
Abstract
Le pessime condizioni di detenzione all’interno degli istituti penitenziari italiani sono da tempo oggetto di riflessione al fine di trovare soluzioni possibili ad un problema che rischia di diventare tollerato a seguito dell’effettiva e cronica mancanza di risorse da destinare al settore. Le responsabilità nascenti in capo allo Stato sono non solo di carattere nazionale ma, nell’era dell’Europa Unita, anche sovranazionali e determinano, quando accertate, il discreditamento in Europa dell’intero sistema penitenziario del nostro Paese. L’importanza di elevare gli standard di detenzione, fortemente sentita in tutta Europa, assume rilievo specifico anche con riguardo al buon funzionamento dei canali di cooperazione giudiziaria internazionale che, attraverso strumenti come l’European Arrest warrant e la Framework Decision on the Transfer of Prisoners si prefigge di ricondurre i detenuti in custodia all’estero nel Paese d’origine. Finalità, quest’ultima, che diventa impraticabile se il Paese ricevente è considerato a rischio di violazioni ai sensi dell’art 3 della Convenzione Europea dei Diritti Umani. Gli autori hanno preso dunque in esame l’incidenza dei provvedimenti dell’omonima Corte di Strasburgo nei confronti dell’Italia per sottolineare come, sebbene nel nostro paese non si registrino casi di tortura, non manchino invece situazioni riconducibili a ciò che la giurisprudenza della Corte fa ricadere nell’ambito dei trattamenti inumani o degradanti, come dimostrato dalla recentissima condanna subita dall’Italia proprio da parte dell’organismo europeo di tutela dei diritti umani. Il presente studio della situazione italiana è stato affrontato in un’ottica di comparazione delle violazioni registrate in ambito europeo e ha preso in considerazione, oltre ai diversi profili di interesse dell’art. 3 della Convenzione, anche i principali strumenti normativi correlati a carattere internazionale, sia regionali che universali.