L’analisi dei principali orientamenti di studi e di ricerche sulla recidiva merita alcune riflessioni che riguardano sia gli aspetti metodologici sia i riferimenti teorici; ma conviene porsi un interrogativo anche sugli scopi che tali studi debbono avere e quali rapporti con l’azione di prevenzione e contrasto della criminalità. In realtà gli studi sulle carriere devianti tendono a trascurare l’influenza che l’impatto dell’intervento giudiziario ha sullo sviluppo successivo della vita del soggetto; l’intervento giudiziario può infatti porre fine alle carriere devianti a causa della durata della pena, attivare processi di socializzazione o al contrario di stigmatizzazione. Secondo ciò che sostiene il labelling approach è proprio l’impatto con la giustizia che facilita la costruzione dell’identità deviante e le successive scelte di vita in modalità irreversibili. In questa prospettiva gli studi sul recidivismo hanno spesso coinciso con gli studi sulle carriere devianti; tali studi si sono stabilizzati secondo un modello multifattoriale di interpretazione del crimine pur se arricchito di una maggiore fluidità rispetto alla rigidità di un approccio fondato sul modello fattoriale causale. Si propone comunque una concezione della devianza centrata sulla rilevazione e l’analisi dei fattori che la determinano. L’enfasi sulla ricerca delle cause fa passare in secondo piano gli effetti dell’intervento giudiziario sulla genesi e lo sviluppo delle carriere devianti, effetti di diversa natura. L’intervento giudiziario è inoltre determinante spesso nell’inasprire l’accesso alle opportunità sociali. Diversamente l’esecuzione della pena può attivare processi di inserimento non solo da un punto di vista sociale, ma anche favorendo itinerari personali di riflessione su di sé e sulle proprie responsabilità.Tali considerazioni portano alle conclusioni di una necessità di rivedere l’impostazione teorica e metodologica degli studi sulla recidiva enfatizzando maggiormente la reale portata dell’intervento giudiziario sullo sviluppo dei percorsi di vita devianti. Si propone pertanto una riformulazione della definizione di recidiva non solo centrata sull’esito positivo della conclusione della misura applicata, ma che inferisca sul futuro. Si afferma inoltre che gli studi sul recidivismo debbano verificare in che modo la pena possa incidere non solo sulla commissione dei reati, ma anche sul cambiamento della persona mediante l’attivazione di processi di responsabilizzazione e di autocontrollo interno.