Reati violenti commessi da minorenni. La “vulnerabilità biologica, psichica e sociale del minore”
Autori
Susanna Pietralunga
Pensa MultiMedia Editore
Claudia Salvioli
Ivan Galliani
Abstract
La riflessione si incentra sull’analisi del minore autore di reati violenti, con particolare riferimento alla commissione di violenze di carattere sessuale. Attraverso i risultati di una ricerca – realizzata attraverso i dati relativi ai minori trattati all’interno dei Servizi afferenti al Centro di Giustizia Minorile della Regione Emilia Romagna (Ministero della Giustizia, Bologna), ed in particolare presso il Centro di Prima Accoglienza – gli A.A. svolgono un’analisi del fenomeno sotto il profilo criminogenetico e criminodinamico, con un approccio che – anche alla luce dei dati di carattere socio ambientale – privilegia in una prospettiva multifattoriale e relazionale l’analisi delle dinamiche familiari all’interno delle quali il reato ha avuto origine. La riflessione, che coinvolge la tematica della natura e della funzione sociale della famiglia considerate anche allaa luce della loro evoluzione storica, si sviluppa tenendo conto del vivace dibattito, attualmente in corso, sulla nozione di “genitorialità”, che in questo momento è oggetto di analisi, da parte della dottrina e della letteratura scientifica, sotto le numerose angolazioni all’interno delle quali essa assume oggi rilevanza in sede giurisdizionale. Tali premesse, circa la rilevanza delle relazioni parento/filiali, appaiono validate anche dai risultati forniti dalla ricerca, ancora in corso di elaborazione, svolta sui minori autori di reati violenti presso il Centro di Prima Accoglienza di Bologna, risultati dai quali emerge che l’appartenenza dei ragazzi ad una famiglia disgregata è così forte da caratterizzare pressoché la totalità del campione (94.3% dei casi). Tale dato riconduce dunque alla problematica delle correlazioni fra “Broken Homes” e disagio minorile, che assume oggi particolare importanza anche in vista della definizione degli indirizzi di intervento che devono essere adottati dai tecnici deputati al trattamento dei minori nel settore dell’esecuzione penale.D’altro canto questi ultimi, in alcune strutture, alla luce della loro esperienza professionale, hanno già scelto linee di intervento nelle quali la famiglia è collocata al centro della strutturazione del percorso risocializzativo del ragazzo. Tuttavia, l’analisi di tali fatti sociali e di tali dinamiche appare particolarmente stimolante anche sul piano del dibattito scientifico in criminologia, in particolare nella prospettiva di fornire spunti di riflessione in tema di tecnica legislativa e di obiettivi di politica sociale, tenuto conto altresì del quadro normativo (l. 8 febbraio 2006, n°54) che attualmente disciplina, nel nostro ordinamento giuridico, i casi di rottura del nucleo familiare.