Padre e uomo d’onore. “Cosa nostra” come cornice morale nell’inculturazione familistica
Autori
Ines Testoni
Laura Fossati
Marisa Cemin
Ingrid Pogliani
Maria Silvia Guglielmin
Abstract
L’articolo presenta la terza parte dei risultati di una ricerca qualitativo-quantitativa finalizzata alla rilevazione delle rappresentazioni dei ruoli di genere e alle loro implicazioni in testi di collaboratori di giustizia, messi a disposizione dal gruppo dell’Università di Palermo facente capo a Girolamo Lo Verso. Divisa in tre parti, l’indagine nel suo complesso è funzionale alla discussione intorno alle possibilità di modificazione dei network che sostengono il familismo e con esso le dinamiche mafiose, grazie al cambiamento che può essere operato tramite il riconoscimento dei sistemi simbolici su cui si strutturano le reti di relazione e l’intervento sociale finalizzato alla costruzione di modelli di riferimento culturali diversi da quelli tradizionalmente tramandati in territori di mafia. In questa sede per un verso si riassume quanto evidenziato nelle prime due parti della ricerca (Testoni, 2007a; Testoni, et al. 2008) e per l’altro vengono discussi alcuni aspetti degni di nota relativi alla figura maschile. In particolare riconosciamo in quella del “padre” un nodo di “iperconnessione” familistica tra microsistema e macrosistema, cardine che agisce nel mesosistema di cosa nostra utilizzando il medesimo come trait-union tra mafie vecchie versus quelle nuove. Si ipotizza che il modello paterno funga da cornice di riferimento morale per il rafforzamento dell’equilibrio di sistemi criminali più arretrati rispetto a cosa nostra e fortemente anomici