Nuove prospettive di ricerca in materia di atti persecutori: il fenomeno del cyberstalking

Autori

  • Laura De Fazio
  • Chiara Sgarbi

Abstract

Le molestie telematiche rappresentano un fenomeno frequente e degno di interesse scientifico e sociale, strettamente correlato al costante ed esponenziale progredire della tecnologia. Queste tipologie di condotte sono definite dalla letteratura cyberstalking, intendendo con questo termine, pur in assenza di una definizione univoca, l’utilizzo di internet, email o di altri dispositivi elettronici per molestare un’altra persona. Si tratta di una problematica rilevante, destinata a diventare sempre più complessa e pericolosa con l’aumento inarrestabile dell’utilizzo di Internet e delle tecnologie informatiche da parte di fasce sempre più ampie di popolazione. Un più facile e veloce accesso al cyberspazio comporta anche un maggior rischio di utilizzo erroneo o di abusi del mezzo, al fine di aggredire o intromettersi nella vita di altre persone, approfittando dell’anonimato e dell’assenza dei limiti presenti in un contesto reale.

Sul piano della prevalenza, seppur numericamente limitati, gli studi empirici esistenti dimostrano una non trascurabile incidenza del fenomeno e una prevalente mancanza di consapevolezza da parte della popolazione generale. Il Report pubblicato dall’Attorney General statunitense nel 1999, stimava la presenza nel paese di circa 475.000 vittime di cyberstalking all’anno, mentre la Polizia riferiva la presenza nel 20% dei casi di molestie rilevati di forme di abuso via Internet e mezzi tecnologici in genere In un’ottica, quindi, di prevenzione e di intervento sembra indispensabile approfondire e implementare la ricerca sul fenomeno, tenuto conto del fatto che raramente queste molestie restano limitate al mondo virtuale, essendo in grado di produrre effetti reali talvolta analoghi se non più gravi rispetto a quelli dello stalking offline.

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Pubblicato

2014-11-14

Fascicolo

Sezione

Articoli