La realtà criminogenica nello sviluppo di una carriera delinquenziale e violenta giovanile. Uno studio esplorativo
DOI:
https://doi.org/10.7347/RIC-012019-p49Abstract
Studiare il comportamento giovanile delinquenziale e violento costituisce un terreno socialmente, clinicamente e giuridicamente interessante per comprendere con chi, come, dove e quando intervenire per interrompere il rischio di continuità antisociale e delinquenziale. Questo studio ha interessato un campione di 460 individui minorenni, coinvolti in tipologie delittuose violente e presi in carico da un Centro di Giustizia Minorile del nord Italia. Lo scopo era quello di ricostruire le carriere delinquenziali (i.e. dati ufficiali e di self-reports) di questi individui e individuare i processi di rischio coinvolti nell’onset, nella persistenza e nell’eterogeneità delinquenziale e violenta. I risultati preliminari suggeriscono che un onset violento è risultato significativamente associato ad una più breve carriera delinquenziale. La gravità del reato (specie all’onset) non costituiva in sé un rischio di ricaduta delinquenziale. I reati violenti e più efferati erano risultati meno probabili e meno ripetibili nel tempo ed è per questo che i minorenni che avevano commesso un reato molto grave erano risultati individui primari e meno a rischio di persistenza. Gli individui minorenni con un onset precoce, ma non violento, erano persistenti e pertanto la loro carriera delinquenziale risultava più lunga e significativamente associata ad un processo di escalation e aggravamento delle azioni delinquenziali nel tempo. La persistenza era sostenuta da problematiche psico(pato)logiche che sembravano influenzare il funzionamento del minore nel suo contesto di vita relazionale, familiare e sociale. L’abuso di sostanze sembrava inoltre aver contribuito ad aggravare una realtà psicologica e familiare già compromessa. Comprendere le differenze individuali alla base della violenza giovanile è psicologicamente prioritario, giuridicamente rilevante, deontologicamente necessario, se l’obiettivo è quello di prevenire che i minorenni antisociali di oggi diventino gli adulti criminali di domani.