"Delitti nuovi". La criminalità non convenzionale nelle intuizioni dei lombrosiani
Abstract
Il passaggio cruciale fra Ottocento e Novecento condizionò profondamente la criminologia positivista italiana, che fu stimolata ad allargare i propri orizzonti e considerare nuove forme di devianza. In particolare gli scandali finanziari e politici che si verificarono soprattutto in Italia e in Francia furono interpretati come manifestazioni di una delinquenza nuova, “evolutiva”, tipica della civiltà moderna. Secondo il punto di vista dell’Autore, le riflessioni dei criminologi lombrosiani sui “nuovi delitti” e sulla “delinquenza occulta” anticiparono in parte le analisi di Sutherland sul white collar crime e la categoria della “criminalità non convenzionale”, elaborata nel tardo XX secolo. Tuttavia quelle intuizioni non si tradussero in veri modelli teorici.
L’articolo rievoca anche la singolare, quasi metaforica vicenda che collegò Cesare Lombroso a Herman Webster Mudgett (alias dott. Henry Holmes), il primo serial killer mediatico nella storia degli Stati Uniti, un assassino di straordinaria modernità, dalle caratteristiche “non convenzionali”.