L'impatto della pandemia Covid-19 sulle nuove strutture psichiatrico-forensi in Italia
DOI:
https://doi.org/10.7347/RIC-042020-p289Abstract
Dopo la chiusura degli Ospedali Psichiatrici (OP), nel 2012 il Governo Italiano ha deciso di chiudere gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, gli OPG. La legge 81/2014 stabiliva che ogni regione avrebbe dovuto prevedere l’istituzione di strutture psichiatrico-forensi più piccole, le REMS (Residenze per la Esecuzione delle Misure di Sicurezza), per accogliere gli autori di reato
non imputabili, socialmente pericolosi. La caratteristica principale delle REMS è quella di avere una natura prettamente terapeutica e riabilitativa pur rimanendo una misura di sicurezza detentiva. Non c’è dubbio che la pandemia COVID-19 abbia messo alla prova l’organizzazione delle nuove strutture psichiatrico-forensi italiane, con prassi ancora non del tutto consolidate, costringendo le REMS durante il lock-down ad adoperarsi per gestire l’epidemia, garantendo al tempo stesso la sicurezza dei pazienti. In questo contesto è stata messa alla prova anche la riforma del Capitolo V della Costituzione, che assegnava a ciascuna Regione la competenza esclusiva per le politiche sanitarie del proprio territorio, un tempo prerogativa del governo centrale. Alla luce di ciò, per valutare l’impatto della pandemia sul nuovo sistema di assistenza forense in Italia, abbiamo condotto un’intervista strutturata con gli operatori sanitari delle REMS di diverse regioni con diversi livelli di diffusione della malattia: la Poli REMS di Castiglione delle Stiviere; la REMS di Volterra; la REMS di Carovigno e la REMS di Pisticci. L’intervista ha valutato come gli obiettivi riabilitativi fossero stati garantiti nonostante i gravi limiti operativi conseguenti alle decisioni delle autorità determinate dal COVID-19.