Terrorismo, terrorista e funzionamento mentale

Autori

  • Carmine Munizza
  • Paolo Peloso
  • Luigi Ferrannini

DOI:

https://doi.org/10.7347/RIC-2017-p253

Abstract

Gli autori affrontano la difficoltà di pervenire a una definizione generale di terrorismo, e delimitano l’ambito del loro ragionamento
al fenomeno conosciuto come “terrorismo internazionale di matrice islamica”. Illustrano quindi le ragioni per cui
l’interpretazione del TIMI come condotta sintomatica di psicopatologia non è accettabile, in quanto le considerazioni sulla
base delle quali il terrorista opera la sua scelta possono non essere condivise sul piano morale o politico, ma non possono
essere considerate prive di una loro logica. Altri aspetti di natura psicosociale – età giovanile, difficoltà di integrazione a
seguito di una vicenda migratoria propria o dei genitori, contesto violent, tratti di personalità narcisistici o psicopatici, suggestionabilità,
fenomeni gregari presenti all’interno del piccolo gruppo o della famiglia, fattori collegati all’identificazione
della religione come elemento di polarizzazione identitaria, o autentiche necessità religiose di espiazione ecc. – possono
essere presenti con una certa frequenza, ma occorre, secondo gli autori, prestare attenzione a non attribuire a nessuno di essi
un ruolo decisivo nella scelta dell’atto terrorista. La quale rimane comunque, secondo la letteratura, la scelta politica di un
soggetto in grado di assumere le proprie decisioni alla quale deve essere riconosciuto, per coglierla nel suo significato, un
grado in genere elevato di libertà, consapevolezza e di responsabilità.

##submission.downloads##

Pubblicato

2018-12-31

Fascicolo

Sezione

Articoli