I discorsi criminologici nel c.d. delitto di Cogne
Abstract
Il presente contributo intende affrontare i rapporti fra i differenti livelli delle narrative criminologiche utilizzando i materiali
disponibili relativi a un importante caso giudiziario verificatosi nel nostro Paese alcuni anni or sono, il c.d. delitto di Cogne.
L’autore esamina le diverse narrative che hanno contribuito alla decisione giudiziaria, riconducendole alle loro matrici, connesse
da un lato al senso comune della c.d. folk criminology, e dall’altro ai contributi della criminologia scientifica, particolarmente
importanti quando, come nel caso narrato, l’unica imputata si professava innocente e ci si interrogava a livello del dibattito mediatico su una sua presunta “follia”.
Dall’esame effettuato, emerge come il livello della criminologia giudiziaria non appaia affatto dipendente dalle narrative ispirate alla criminologia scientifica e faccia un uso differente di tali contributi, forzati talora, attraverso un utilizzo dell’abduzione che talora capovolge, utilizzando una strumentazione retorica (cioè facendo ampiamente ricorso alla costruzione di trame peculiari, sia nel primo grado di giudizio, che, in particolare, da parte della sentenza d’appello), quanto narrato dagli esperti (periti e consulenti tecnici), forse per effetto del clamore suscitato dal caso, fino a giungere a conclusioni opposte rispetto a
quanto affermato originariamente.