“36 Quai des orfèvres”: esemplificazione narrativa del percorso criminoso dalla gelosia alla vendetta

Autori

  • Cristiano Barbieri

Abstract

Questo contributo vuole prendere in esame quei percorsi psico(pato)logici che dalla gelosia portano alla vendetta e che assumono enorme importanza in Criminologia per il loro intrinseco potenziale distruttivo. La riflessione sul tema specifico è dovuta ad una duplice necessità: quella di chiarire la genesi e la dinamica di quei delitti, in genere violenti, motivati da tali sentimenti, per valutare se e fino a che punto, negli autori di questi reati, siano ancora ravvisabili, al momento di compierli, spazi di libertà e di responsabilità individuale; e quella di cogliere e dare un senso a questi vissuti che emergono nei racconti di coloro che commettono gravi reati per gelosia e vendetta, come ben esemplificato tanto dalla pratica peritale, quanto dalla fiction. Al proposito, si richiama l’opera cinematografica di Olivier Marchal “36 Quai des Orfèvres”, ispirata ad avvenimenti effettivamente accaduti. Questo film, infatti, illustra chiaramente il processo che dalla gelosia porta alla vendetta e, con essa, alla distruzione. In tal modo, proprio il racconto cinematografico di Marchal conferma che la narrazione criminologica è quella struttura comunicativa che consente sia di realizzare racconti fittizi che fanno però comprendere il senso di crimini veri, sia di ricostruire la meccanica di delitti reali prendendo le mosse da alcune produzioni artistiche.

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Pubblicato

2015-02-26

Fascicolo

Sezione

Articoli