Trauma e vittimizzazione lungo le generazioni: alcune riflessioni in margine a un caso peritale
Autori
Cristiano Barbieri
Alfredo Verde
Abstract
La vittimologia, nel corso del tempo, ha posto sempre maggior attenzione allo studio dei meccanismi di vittimizzazione. In questa prospettiva, partendo da un caso giunto all’osservazione peritale, si vuole riflettere sul costrutto di trauma trans-generazionale, perché esso può assumere un particolare valore conoscitivo. Infatti, la trasmissione tra le generazioni di esperienze psichicamente traumatiche può verosimilmente spiegare sia gli effetti negativi di queste sulla formazione e sul funzionamento dell’identità personale di soggetti appartenenti a generazioni diverse, sia della loro predisposizione ad agire, o a subire, una futura vittimizzazione in conseguenza della mancata, o comunque inadeguata, elaborazione di tali esperienze. Al riguardo, in chiave comprensiva, si prendono in esame i concetti di “identificazione proiettiva”, di “asimmetria coercitiva”, di “telescopio inter-generazionale”, di “contratto narcisistico”, di “patto denegativo”, di “eventi simbolicidi” e di “incestuale”. Successivamente, si considerano le possibili strategie di intervento sui rischi evolutivi di siffatte situazioni, perché capire le modalità della trasmissione traumatica di determinate esperienze, poco o punto elaborate nel corso del tempo, rende possibile prevenire la ripetizione e la perpetuazione del trauma da parte del soggetto, o come vittima, o come carnefice. In questo senso, il concetto di trauma trans-generazionale chiarisce che, se ogni delitto può rappresentare un trauma, non tutti i traumi predispongono al delitto, perché possono diventare criminogeni e vittimogeni solo se e quando non sono mai inscritti in una diversa visione del mondo e della vita.