Sono descritte, sotto l’aspetto clinico qualitativo, le più frequenti reazioni emotive che un interlocutore (criminologo, psichiatra, psicologo, magistrato, ecc.) può provare nel colloquio con un soggetto che ha commesso un omicidio. In particolare sono state esaminate le reazioni emotive dell’interlocutore nei confronti: a) del comportamento violento; b) della psicopatologia mentale; c) dell’assenza della patologia mentale; d) dei meccanismi di difesa utilizzati dall’omicida; e) della trasformazione dell’immagine della vittima; f) della relazione interpersonale tra omicida e interlocutore; g) della rinarrazione del racconto dell’omicidio e della sua utilizzazione in differenti sedi (giudiziaria, psichiatrica, custodiale, ecc.). La conoscenza di queste reazioni emotive può essere di utilità per tutte le figure istituzionali che hanno contatto con persone che hanno compiuto un omicidio, allo scopo di meglio comprenderne la criminogenesi e la criminodinamica, di migliorare la qualità della valutazione e del trattamento e di formulare una corretta interpretazione forense del caso clinico.