I reati culturalmente orientati: una triplice prospettiva criminologica
Abstract
Lo scopo del lavoro è delineare, attraverso un approccio integrato tra scienze sociali e diritto penale, il background socio - criminologico
del reato culturalmente orientato, quale manifestazione patologica del biunivoco rapporto tra diritto, strumento
di formalizzazione e potere, e cultura, sistema dinamico di schemi comportamentali condizionanti le scelte individuali.
L’analisi è impostata secondo una triplice prospettiva criminologica, che può fungere da plafond per scelte normative razionali
ed efficaci. Da un punto di vista descrittivo ed eziologico l’articolo si sofferma sulla tematica del conflitto culturale, causa
immediata del reato culturalmente orientato, evidenziandone gli effetti esponenziali esercitati dalla globalizzazione e dalla
glocalizzazione. Da una prospettiva finalistica, la funzione di integrazione sociale della pena, normativamente desunta dalle
scelte politico - criminali formalizzate nella Costituzione, impone di esonerare dal trattamento sanzionatorio il cultural offender
che commetta reati non lesivi di beni fondamentali, attraverso strumenti giuridici polimorfi come la cultural defense o esenzioni
legali, che evidenzino la prevalenza del fondamentale right to culture nel bilanciamento con l’interesse tutelato dalla norma
penale; la funzione di integrazione sociale e il rango dell’interesse tutelato inducono, invece, ad optare per una punibilità alleviata
per il cultural offender che commetta reati lesivi di beni giuridici fondamentali, alla luce della cogente forza motivazionale
di cui sono dotate le norme culturali. Infine, in una prospettiva operativa, l’articolo suggerisce di esplorare il legame che intercorre
tra la punizione del cultural offender e l’introduzione di una rinnovata forma di giustizia della diversità, ispirata ai dettami
della Restorative Justice.