Dalla musica fuori alla musica “dentro la stanza”: riflessioni pedagogiche su estetiche lo-fi e sensibilità giovanili
DOI:
https://doi.org/10.7346/SE-012025-06Parole chiave:
Suono, musica, vulnerabilità, giovani, sensibilità esteticaAbstract
I suoni e le melodie, l’ascolto di un brano musicale, sono esperienze che sollecitano risonanze profonde, con riverberi sia sensoriali e corporei, emotivi e interiori. Come suono la musica non è però soltanto vettore di comunicazione ma una dimensione antropologica complessa nella quale confluiscono istanze personali, culturali, sociali, estetiche-artistiche che richiamano le identità e le generazioni che ne fruiscono. L’esperienza di contatto con la musica si rivela un interessante campo di ricerca per la riflessione pedagogica, per accostare i cambiamenti più recenti dei giovani. L’articolo si propone di indagare alcuni dei principali tratti del microcosmo musicale digitale che vede i giovani fare esperienza della musica come ricerca di un luogo fisico e simbolico di sensibilità e ospitalità, non necessariamente come ricerca di precisione dei suoni, ma come possibilità per comunicare le parti imperfette e vulnerabili di sé, in risposta alla perfezione artificiosa veicolata dalla società dei consumi, per ritrovare le unicità personali.
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