I cortometraggi animati quali mediatori educativi per l'inclusione: alcune riflessioni critiche

Autori

  • Mirca Montanari University of Tuscia
  • Ines Guerini Department of Education, Roma Tre University
  • Giorgia Ruzzante Department of Education, Free University of Bozen
  • Alessia Travaglini Department of Education, Roma Tre University

DOI:

https://doi.org/10.7346/sipes-01-2022-06

Abstract

L’articolo intende proporre una riflessione teorica in merito alle rappresentazioni della disabilità e alle potenzialità educative dei cortometraggi animati per promuovere una cultura inclusiva. Tale prospettiva viene ripresa e veicolata, in modo chiaro e formativo, dal linguaggio artistico dei corti d’animazione in grado di trasmettere in pochi minuti, grazie all’uso di un linguaggio poliedrico basato sulla sinestesia, chiari ed efficaci messaggi e concetti inclusivi anche ai più piccoli. I brevi cartoon presentati e analizzati, Cuerdas, The Present e Float, mettono in luce come i veri protagonisti siano proprio i bambini che con ingenuità, entusiasmo, spontaneità, ricchezza emotiva, resistenze, frustrazioni manifestano la ricchezza della loro speciale normalità. I cartoni, inoltre, possono rappresentare, secondo la prospettiva dell’Universal Design for Learning, il medium privilegiato non solo per proporre l’acquisizione di contenuti, ma anche per attivare processi di insegnamento-apprendimento basati sulla condivisione reciproca tra gli allievi e sull’uso mirato della tecnologia. Il confronto autentico con la diversità non rappresenta, pertanto, solo un contenuto di cui parlare ma, anche e soprattutto, una scelta pedagogica che richiede condivisione, reciprocità e responsabilità.

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Pubblicato

2022-06-30

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