L'Università tra derive paradigmatiche e modelli emergenti: quale specificità pedagogica?

Autori

  • Marinella Attinà Full Professor of General and Social Pedagogy | Department of Human, Philosophical and Educational Sciences | University of Salerno

DOI:

https://doi.org/10.7346/PO-012024-02

Parole chiave:

università, modelli, sapere pedagogico, humanitas, ricominciamento

Abstract

L’università italiana ha vissuto negli ultimi decenni processi di trasformazione che hanno modificato i tradizionali paradigmi riferibili alla sua mission, alle sue funzioni, ai suoi obiettivi. Da un lato sembra essere tramontata l’idea di un’università volta alla selezione della classe dirigente, retaggio di una prospettiva gentiliana, dall’altro serpeggia carsicamente la percezione dell’inutilità o, comunque, della scarsa effettiva utilità del valore legale del titolo di studio. A fronte di politiche accademiche nazionali e locali tese a garantire condizioni oggettive (mense, laboratori, residenze universitarie, nidi aziendali, spazi partecipativi, etc.,), continuano a rivelarsi, a uno sguardo pedagogico attento alle forme della soggettività, storie pervase da un malessere, difficilmente definibile ed etichettabile, esito di un’esperienza universitaria costellata da fallimenti, rinunce e mancati ricominciamenti.

Muovendo da queste brevi premesse, il contributo tenterà di centralizzare il ruolo di un sapere pedagogico che abbia il coraggio di individuare e, al contempo, denunciare le mere logiche burocratiche, falsamente liberali, sottese a scelte politico-accademiche spesso estemporanee e disorganiche. La cifra di una militanza pedagogica potrebbe andare, dunque, nella direzione di un caring, non retoricamente annunciato ma incentrato sulla dimensione di un’humanitas che recuperi la meraviglia dell’errore, la gioia del ricominciamento.

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Pubblicato

2024-06-30