Morire di lavoro: spunti di riflessione da un caso peritale sui rapporti tra suicidio e distress lavorocorrelato
DOI:
https://doi.org/10.7347/RIC-022025-p140Abstract
Scopo del presente contributo è fornire alcuni spunti di riflessione sul fenomeno del distress che, in particolari contesti lavorativi e in determinati frangenti storicosociali, provoca in alcuni soggetti non solo un disturbo clinico integrante una condizione di malattia c.d. professionale, ma anche quadri psicopatologici tali da motivare una vera e propria scelta suicidaria; cioè un’opzione francamente autodistruttiva nella quale sono sempre e comunque chiamati in causa tutti quei fattori che devono essere esaminati in sede medicovalutativa laddove sia necessario verificare l’esistenza o meno di un nesso di causalità tra le condizioni psicofisiche del lavoratore al momento del suo decesso e la tipologia di attività professionale da lui svolta in quei precisi frangenti. Atteso che tali realtà sono aumentate soprattutto durante il periodo di emergenza sanitaria nazionale da pandemia da COVID19 negli anni
2020–2022, si prende spunto da un caso peritale e, con gli apporti tecnici della c.d. autopsia psicologica, si esamina il problema del nesso di causa in tali fattispecie.
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