Stalking e danno psichico

Autori

  • Isabella Merzagora Betsos
  • Riccardo Pettorossi

Abstract

Lo stalking, ovvero quei comportamenti molesti caratterizzati da appostamenti, inseguimenti, ricerca di contatto e/o comunicazione, che a volte hanno inizio con condotte socialmente accettate per poi evolvere divenendo sempre più insistenti e molesti, al punto da far non solo esasperare la vittima ma anche terrorizzarla e farla ammalare, costituisce un ennesimo punto di incontro fra le esigenze conoscitive del criminologo e quelle dello psicopatologo forense. Esso non di rado si verifica fra ex partner (che spesso hanno alle spalle storie di violenza domestica, e può evolvere in modi particolarmente violenti) ma può anche coinvolgere dipendenti, datori di lavoro, personaggi famosi, etc.. Oltre alle c.d. “vittime primarie” possono essere oggetto di stalking anche parenti ed amici della vittima, sia direttamente attraverso comportamenti sgradevoli loro rivolti, sia indirettamente attraverso le notevoli modificazioni delle abitudini di vita necessarie per la protezione della vittima. Numerosi studi e ricerche hanno evidenziato come lo stalking possa comportare nella vittima effetti differenti, infatti oltre a sentimenti negativi, possono insorgere sintomi clinicamente rilevanti, quadri di interesse psichiatrico fino a giungere, negli episodi di stalking “estremo”, accompagnati da violenze e minacce gravissime, allo sviluppo di una sintomatologia post-traumatica. Se gli “atti persecutori” hanno comportato l’insorgere di una malattia psichica o anche solo l’hanno esacerbata, aggravata, una volta accertata diagnosi e nesso causale, si potrà concludere per l’esistenza di un danno biologico di natura psichica. Tuttavia, l’art. 612-bis del Codice Penale, nell’offrire la definizione del reato, usa termini che non necessariamente rimandano a sintomi psicopatologici ma posso-no pure fare semplicemente riferimento a sentimenti negativi, cagionando “solo” quello che si definiva, prima del Novembre 2008, un danno esistenziale. Un altro nodo problematico concerne come e da chi il danno non patrimoniale, commisurato all’effettivo pregiudizio sofferto, verrà accertato. Oltre ad esaminare i punti problematici che concernono la possibilità di risarcimento di un danno che non sfoci in una franca patologia, gli Autori riportano un caso di stalking posto agito da un datore di lavoro nei confronti di una dipendente.

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Pubblicato

2014-12-09

Fascicolo

Sezione

Articoli