Stalking e mass media

Autori

  • Laura De Fazio
  • Raffaella Merafina
  • Chiara Sgarbi

Abstract

La ricerca internazionale concordemente riconosce il ruolo determinante dei media nel percorso di affermazione del fenomeno dello stalking in U.S.A., a partire dal suo stesso “etichettamento”. I casi di star-stalking, complice la notorietà delle vittime, hanno rappresentato un iniziale polarizzatore mediatico che ha successivamente permesso la riconoscibilità delle condotte di molestie a danno della popolazione comune. La progressiva visibilità sociale del fenomeno, promossa per via mediale, ha poi determinato il riconoscimento dello stalking quale problematica di rilevanza penale, spingendo il legislatore anglosassone all’emanazione di apposite leggi anti-stalking. Alla luce di queste considerazioni, lo studio qui presentato intende indagare il ruolo dei media italiani nel processo di affermazione sociale e giuridica dello stalking, culminato con l’approvazione del DL 23 febbraio 2009 n.11 e la conseguente introduzione dell’art. 612-bis c.p. “Atti persecutori”. Alla luce di queste considerazioni, lo studio qui presentato intende indagare il ruolo dei media italiani nel processo di affermazione sociale e giuridica dello stalking, culminato con l’approvazione del DL 23 febbraio 2009 n.11 e la conseguente introduzione dell’art. 612-bis c.p. “Atti persecutori”. Il rapporto tra stalking e mass media in Italia, l’entità e l’importanza del progressivo mutamento della sua osservabilità sociale, anche, e soprattutto, alla luce del peculiare funzionamento dei media è stato indagato mediante la raccolta e l’analisi degli articoli pubblicati dal gennaio 1992 all’aprile 2009 sul Corriere della Sera, principale quotidiano a diffusione nazionale, e su Quotidiano.net, che riporta le notizie di diverse testate giornalistiche a diffusione locale (Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno). I 506 articoli selezionati, 293 pubblicati sul Corriere della Sera (pari al 57,9%) e 213 su Quotidiano.net (pari al 42,1%), sono stati globalmente sottoposti a un primo livello di analisi basato sul contesto dell’articolo, ovvero la tipologia di contenuto, la capacità di riconoscimento e il linguaggio utilizzato per la definizione delle condotte. Il secondo livello di analisi ha coinvolto i soli articoli di cronaca, sottoposti a griglie valutative riguardanti le vittime, gli stalker, la tipologia di relazione intercorrente tra gli stessi, i casi di star-stalking e la ricorrenza di condotte violente. La tipologia di articolo maggiormente diffusa sui quotidiani risulta essere la cronaca, che rappresenta l’84,6% del totale.
Gli articoli di tipo divulgativo e/o scientifico rappresentano il 7,7% del totale quale media del periodo, ma la loro diffusione sui quotidiani risulta costante solo a partire dal 2001. Le notizie di tipo politico rappresentano il 5,7% del totale e sono rintracciabili solo a partire dal 2006. L’uso del termine stalking da parte dei media risulta costante a partire dal 2002 con un aumento progressivo negli anni successivi (44% nel 2007; 52,1% nel 2008; 94% nel 2009) tanto da rappresentare, ormai, il termine di riferimento del fenomeno. Su 449 vittime individuate dal 1992 al 2009, ben 372 (pari all’82,9%) sono donne. Su 440 stalker individuati tra il 1992 e il 2009 l’84,3% sono uomini e solo il 15,7% donne. Più della metà degli stalker era un ex-partner della vittima (51,2%). Lo stalker risulta essere un conoscente della vittima nel 24,3% dei casi e un perfetto sconosciuto nel 24,5%. Su 428 articoli di cronaca selezionati dal 1992 al 2009, più della metà (51,4%) riportano vicende di stalking marcatamente connotate da condotte violente: percosse, lesioni personali, aggressioni (anche sessuali), omicidi tentati e consumati.

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Pubblicato

2014-12-09

Fascicolo

Sezione

Articoli